La carne inquina molto più delle automobili
Mangiare carne solo una volta a settimana porterebbe meno mortalità e un taglio di emissioni di CO2 equivalenti a 75 miliardi di chilometri percorsi in auto. Lo dice uno studio tedesco del WWF
Se
ognuno di noi mangiasse meno carne, le emissioni inquinanti sarebbero ridotte
dell'equivalente di un viaggio in auto di 75 miliardi di chilometri. Lo dice un
nuovo studio condotto in Germania dal WWF.
L'impronta
media di una persona è di 11 tonnellate di CO2
all'anno, calcola il Fondo mondiale per la protezione della
natura. Ma quanta parte di questa impronta dipende dalla dieta? I
ricercatori hanno calcolato le emissioni di gas associate alla produzione
del cibo, incluso la coltivazione del foraggio, i trasporti, la
conservazione e la preparazione a casa. Nel calcolo sono stati incluse anche le
emissioni indirette derivanti dalla conversione di foreste in pascoli per
animali da macello. Lo studio ha poi valutato a quanto ammonterebbero le
emissioni se il consumo di carne fosse dimezzato; scelta tra l'altro
raccomandata dalle linee guida nutrizionali. Un consumo di 450 grammi
di carne e derivati sarebbe infatti già più che sufficiente per il
fabbisogno di un individuo, mentre – come noto – un consumo eccessivo
soprattutto di carni rosse è associato a diverse patologie, dal cancro alle
malattie cardiovascolari, prime cause di morte in Europa.
“ Se
riuscissimo a ridurre il consumo di carne, insaccati, hamburger e via dicendo a
solo una volta a settimana, risparmieremo le emissioni in atmosfera di 9
milioni di tonnellate di anidride carbonica. Per ottenere lo stesso risultato
dovremmo intervenire in modo molto più massiccio sull'uso dell'automobile,
eliminando 75 miliardi di chilometri percorsi con mezzi privati”, ha detto
Tanja Dräger de Teran, responsabile del settore clima e
nutrizione per il WWF, che ha sottolineato come il contributo di ogni singola
persona possa cambiare le cose, soprattutto se sia associa una dieta più sana e
rispettosa dell'ambiente a una mobilità sostenibile: “ mangiare meno carne
e usare meno l'automobile sono gesti che – insieme - possono fare la
differenza”.
Altra
questione, il continuo aumento della popolazione mondiale, che porta a una
domanda crescente di pascoli per gli animali. Solo per soddisfare il fabbisogno
della Germania – puntualizza l'esperto di agricoltura Stig Tanzmann – servono
2 milioni di ettari di terra, 20mila km quadrati. Questo ha in alcuni casi
conseguenze sociali e politiche devastanti, come avviene in Sud America, dove
gruppi indigeni sono stati letteralmente cacciati dalle loro terre per
soddisfare i mercati occidentali di carne. Ancora un altro tema importante è
l'uso di fertilizzanti e pesticidi, utilizzati per far crescere più velocemente
il foraggio.
C'è
ancora, come detto, la questione nutrizionale.
I
grassi contenuti nelle carni aumentano il rischio di danni cardiovascolari e,
se il governo tedesco non ha accora agito per promuovere una dieta povera di
carne è solo perché “ sono troppo alti gli interessi dell'industria, resa
potentissima dai forti guadagni che questo genere di commercio garantisce”
prosegue Tanzmann.
Da
ultimo, un consumo più ragionevole ridurrebbe la spazzatura. Basti pesare che
si eviterebbero 800 kg di CO2 a testa, ogni anno. " E una famiglia di
4 persone - aggiunge ancora Dräger de Teran - risparmierebbe oltre
1.200 euro in 12 mesi".
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