lunedì 10 dicembre 2012

Terra Madre Day, la giornata del cibo sostenibile


Il 10 dicembre si celebra la terza edizione dell'iniziativa lanciata su scala globale da Slow Food. Lo scopo: divulgare in tutto il mondo l'alimentazione locale, rispettosa delle risorse del pianeta 

(da Wired.it Staff) 

Se sei contrario alla logica del fast food, consideri gli ogm un serio pericolo per la biodiversità e pensi che la produzione locale debba essere incoraggiata perché diventi una valida alternativa alla grande distribuzione, allora non puoi non festeggiare Terra Madre Day, il 10 dicembre, terza edizione di un evento promosso da Slow Food. In questo stesso giorno, organizzazioni da tutto il mondo danno vita a iniziative per divulgare la filosofia di cibo (e di vita) slow food.  
Sul sito, si legge che Terra Madre vuole che le nostre tavole siano imbandite con un nuovo tipo di cibo " buono per il palato, pulito per gli uomini, gli animali e la natura, e giusto per produttori e consumatori". Insomma, un cibo più responsabile. Lo stesso "pensiero alimentare" era stato promosso dalla due giorni che si è tenuta a Milano il 28 e 29 nove,bre, l' International Forum on Food and Nutrition organizzato da Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn). Terra madre, ai fatti, è una Fondazione che ha creato un network di organizzazioni sparse in 160 paesi che condividono una visione di produzione agricola e alimentare " radicata nelle economie locali e che rispetti l’ambiente, le conoscenze tradizionali, la biodiversità e il gusto".

giovedì 6 dicembre 2012

Scegliere il pannolino

www.bioday.com
La scelta del pannolino giusto non è una cosa di poco conto, nostro figlio indosserà il pannolino per circa due anni della sua vita, nel periodo in cui la pelle è assolutamente più delicata.
Le offerte sul mercato sono infinite e tutti i pannolini sono ormai di ottima qualità, quindi fare la scelta giusta è oggi più che mai difficile.
Concentrandoci su ciò che ci sta più a cuore , cioè la salute del nostro bambino, prendiamo in considerazione

Ecospugna


salviette baby


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venerdì 30 novembre 2012

La carne inquina molto più delle automobili



La carne inquina molto più delle automobili

Mangiare carne solo una volta a settimana porterebbe meno mortalità e un taglio di emissioni di CO2 equivalenti a 75 miliardi di chilometri percorsi in auto. Lo dice uno studio tedesco del WWF

(
Se ognuno di noi mangiasse meno carne, le emissioni inquinanti sarebbero ridotte dell'equivalente di un viaggio in auto di 75 miliardi di chilometri. Lo dice un nuovo studio condotto in Germania dal WWF.
L'impronta media di una persona è di 11 tonnellate di CO2 all'anno, calcola il Fondo mondiale per la protezione della natura. Ma quanta parte di questa impronta dipende dalla dieta? I ricercatori hanno calcolato le emissioni di gas associate alla produzione del cibo, incluso la coltivazione del foraggio, i trasporti, la conservazione e la preparazione a casa. Nel calcolo sono stati incluse anche le emissioni indirette derivanti dalla conversione di foreste in pascoli per animali da macello. Lo studio ha poi valutato a quanto ammonterebbero le emissioni se il consumo di carne fosse dimezzato; scelta tra l'altro raccomandata dalle linee guida nutrizionali. Un consumo di 450 grammi di carne e derivati sarebbe infatti già più che sufficiente per il fabbisogno di un individuo, mentre – come noto – un consumo eccessivo soprattutto di carni rosse è associato a diverse patologie, dal cancro alle malattie cardiovascolari, prime cause di morte in Europa.

lunedì 19 novembre 2012

Packaging, da nemico dell'ambiente ad alleato



Packaging, da nemico dell'ambiente ad alleato

Gli alimenti troppo impacchettati sono un problema ambientale molto serio. Le aziende stanno lentamente cambiando rotta, ma la vera rivoluzione arriverà con i materiali high-tech, in grado di allungare la vita del cibo
di Michela Dell'Amico)
Il packaging, ovvero la somma degli involucri di plastica, carta o alluminio che contengono i nostri acquisti, è da tempo sul banco degli imputati. Il primo problema è che si tratta troppo spesso di un imballaggio eccessivo, utile solo (e forse) dal punto di vista del marketing: alla confezione “essenziale” si aggiungono altri materiali a fini estetici o promozionali. Il problema si aggrava se consideriamo gli alimenti, che si consumano quotidianamente. Su questo aspetto possono intervenire le aziende, eliminando il surplus e traendone un doppio vantaggio: a livello di immagine, grazie alla più diffusa sensibilità ambientalista dei consumatori; e a livello economico, eliminando un costo non indifferente. Ma anche la tecnologia sta facendo la sua parte, con materiali che promettono di allungare la vita del cibo.